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Crediti
Saturday, April 28, 2001
RIASSUNTI LEZIONI (da 1 a 5)

Lezione #5 - 19.04.01 L' Economia della CELEBRITA' (versione da editare)

L'economia della celebrità

In uno straordinario articolo uscito sul centenario del New York Time "White collars turn blue"
Paul Krugman docente d' economia al M.I.T, spiega in termini chiari l'evoluzione economica che ha portato ad un processo di amalgamazione dei cosiddetti "colletti bianchi" e alla nascita di un'economia della celebrità.Rifacendosi ai principi generali dell' economia afferma che quando una cosa diventa abbondante di conseguenza il suo prezzo cala ed in generale quando l'economia diventa brava a fare qualcosa quest'attività diventa meno rara e più importante .L'efficienza nei processi di produzione e distribuzione dell'informazione dovuti alla digitalizzazione ha fatto sì che nel corso dell'ultimo secolo i lavori che richiedevano una laurea fossero eliminati e i restanti potessero essere assolti da qualsiasi persona intelligente con o senza gli studi di letteratura mondiale.Di conseguenza il crollo della credenza secondo la quale un' educazione scolastica e una laurea fossero necessari per chiunque ambisse ad un buon posto di lavoro ha portato alla graduale scomparsa dei "colletti bianchi".Nello stesso articolo parlando dei trends dell'economia mondiale Krugman parla di "economia della celebrità" .
Vista la facilità con la quale le informazioni sono trasmesse e riprodotte e la conseguente difficoltà per i creatori di ricavare profitto dalle loro opere,l'unico modo per essere pagati è quello di promuovere la vendita di qualcos'altro cioè in maniera indiretta.Successivamente riprende le parole di Esther Dyson: "Le copie di contenuti gratis saranno quelle che stabiliranno la tua fama.Poi andrai fuori a mungere!.Spiega in breve Krugman che siamo passati da un 'economia della conoscenza ad un' economia della celebrità e che la stessa tecnologia che ha reso possibile di capitalizzare direttamente le conoscenze ha anche creato molte opportunità di celebrità.Questo non vale solo per lo star system impostoci da hoolywood o dai vari personaggi inutili e incapaci spinti al successo dalla televisione come i vari Taricone,Sgarbi,Platinette ecc….Ma anche per persone che hanno interessi di nicchia e che nel loro campo possono oggi , diventare dei personaggi grazie ad internet.Questo non perché la fama sia effimera o fugace ma soltanto perché ci sono molti modi di diventare famoso in una società che sta diventando incredibilmente diversa.

Seth Godin

Il suo secondo libro " Unleashing the idea virus" è stato messo gratuitamente on line nel Luglio del 2000.Nell'arco di tre mesi sono state scaricate seicento mila copie e a Settembre decise di vendere in libreria il medesimo libro con un successo di vendite enorme, calcolando che il volume costava la bellezza di quaranta dollari. Il caso di Seth Godin è indicativo: teorico del permission marketing un tipo di commercio più educato, basato sulla pubblicità mascherata da newsletters ,scelte ad esempio fra gli hobbies dopo l' iscrizione ad un servizio gratuito. Totalmente contrario all'interruption marketing tipo di pubblicità invasiva che interrompe i momenti salienti e di maggiore attenzione di un film una soap ecc….Sostenitore della teoria secondo la quale il tasso di cannibalizzazione tra i due media sia basso e convinto dell'idea che se si ha un buon prodotto bisogna usarlo per aumentare le proprie referenze .Vale quindi all'inizio dare gratis anche il proprio prodotto migliore per aumentare la fama .Tutto questo oltre al pensiero per cui in un popolo di consumisti qual è il nostro si è disposti a spendere molti soldi per un prodotto che non li vale basti che questo abbia un marchio famoso( come succede nel caso delle magliette della disney) e al fattore tattile che influisce molto sull'acquisto di un libro( che provoca la libridine come dice De Crescenzo),spiega il perché di quello che è successo alle vendite del libro di Godin che nonostante fosse stato regalato ha continuato a essere venduto anche a 40 dollari.In questo ha influito sicuramente il successo avuto da Godin via internet che ha portato le persone a comprare un libro conosciuto e magari sfogliato al posto di uno sconosciuto.

Stephen King

Il re dell'horror è stato uno dei primi a mettere on line dei suoi scritti grazie al valore economico raggiunto dai suoi diritti contrattuali.Inizialmente diede gratis sul suo sito ufficiale un racconto e successivamente decise di vendere ad un dollaro a capitolo un romanzo intero "The Plant" basandosi sull'honor system,secondo il quale non avrebbe riscosso i soldi tramite la carta di credito ma bensì sarebbero dovuti essere gli stessi lettori a spedirgli i soldi , fino a quando il livello dei paganti fosse stato superiore 75% avrebbe continuato .Ma così non è stato, il quinto capitolo è stato scaricato da quarantamila persone e la percentuale dei paganti è stata inferiore a quella minima,King decise allora di interrompere la vendita del libro.Anche se il libro era venduto tramite il web a fine dicembre la Phillrum Press, la sua casa editrice, mise in vendita il libro a sette dollari. I ricavati dalle vendite on line sono esposti sul suo sito e superano i quattrocentomila dollari.

Meta Tag

I cosiddetti "meta tag", sono tag html che non vengono visualizzati dai browser ma forniscono importanti informazioni sul documento in questione; esistono molti meta tag, ma quello che ci interessa è il "meta content" nel quale vanno inserite una serie di parole-chiave. I motori di ricerca sono facilitati dai meta tag che gli forniscono delle informazioni importanti sui siti indicizzati: purtroppo i contenuti dei meta tag sono falsificati ed usati per scopi fraudolenti.Ad esempio spesso vengono inserite nei meta content parole chiave che sfruttano dei nomi famosi o delle parole che vengono cercate frequentemente nei motori di ricerca (ad es. sex ecc), così accade frequentemente che cercando un sito famoso( come è successo a lezione cercando il sito "Jennicam") vengono visualizzati dalla ricerca 6790 risultati mentre quello che cercavamo noi era solo uno.Un caso di uso illegale di meta content è quello di Terry Wells ormai anzianotta ex Playmate che nelle parole chiave del suo sito aveva inserito i termini playmate e playboy facendo si che il suo sito apparisse a chi cercava su un motore di ricerca le parole Playboy e Playmate.Questo però non è andato bene a quelli di Playboy che l'hanno denunciata e costretta a cambiare i meta content.

Paul Newman

Oltre ad essere uno degli attori più famosi e bravi, il vecchio Paul ha dalla sua quella di aver fondato nel 1982 la Newman's own ,un'impresa che ha iniziato vendendo prodotti biologici di ottima qualità e successivamente si è espansa vendendo anche altri prodotti, ricavando più di cento milioni di dollari di profitti tutti rigorosamente andati in beneficenza. Inoltre lui stesso va girando per i supermarket a controllare che i suoi prodotti vengono esposti in maniera che la gente possa notarli(ad un'altezza intorno ai 165-175 cm),sapendo benissimo che gli scaffali dei market sono dei media.
"The Nation" un settimanale da sempre in crisi economica ha potuto pagare i suoi debiti grazie ad una donazione dello stesso Newman.

Andrew Shapiro

Editorialista per " The Nation " sostenitore del digital device: della divisione cioè che c'è tra chi può permettersi di pagare per i servizi internet e non ha bisogno di vendere i suoi dati personali e i proletari digitali, i poveri insomma, che preferiscono risparmiare quel poco denaro cedendo in cambio il loro diritto alla privacy.

Il caso di sex.com

È' un caso di Cyber squatting ,ossia dell' occupazione illegale di un dominio internet.Mandando un fax all'anagrafe dove sono censiti tutti i siti ,un furfante, non nuovo a truffe del genere, è riuscito a toglier il possesso di sex.com al legittimo proprietario.Probabilmente chi ha creduto a una cosa del genere non è stato molto furbo,ma grazie alla mancanza di un diritto vero e proprio che regoli la legge sul web ,il tipo ha potuto sfruttare per diverso tempo il sito facendo probabilmente molti soldi.Soltanto questa settimana è stato chiuso il caso e l'usurpatore è stato condannato a 6o milioni di dollari di multa.(che forse non pagherà mai).

Siti visitati: www.slate.com ,www.stephenking.com ,www.jennycam.com e la pagina di Paul Krugman sul sito www.mit.edu

(Riassunto a cura di Aldo Belli)

Lezione #4 - 05.04.01 L' Economia dell'ATTENZIONE (versione da editare)

L' Economia dell'ATTENZIONE

-L'ECONOMIA consiste nell'allocare nella maniera piu' efficente risorse limitate.
-Attualmente l'ATTENZIONE e' scarsa poiche' ne e' richiesta una sempre maggiore quantita'.
-Le richieste di ATTENZIONE che ci vengono fatte dai media e soprattutto dalla Pubblicita', sono sempre maggiori.
La situazione vede diminuire l'ATTENZIONE di anno in anno quindi anche la comunicazione deve elaborare strategie che permettano di frenare questo fenomeno.
Soprattutto nella comunicazione commerciale si tendono a utilizzare messaggi estremamente brevi e diretti, comprensibili e allo stesso momento carichi si significato.
-Questa strategia e' utilizzata anche dal canale televisivo Mtv che ne ha fatto il proprio elemento di distinzione ed ha creato un modo di vivere le notizie completamente nuovo che sta profondamente influenzando anche il giornalismo.
-Nei quotidiani i pezzi molto lunghi stanno diventando sempre piu' rari e sta prendendo piede lo stile utilizzato in giornali come METRO e LEGGO.
-Questi due esempi racchiudono un' altro elemento ESSENZIALE che e' quello di essere completamente GRATUITI.
Attualmente e' infatti questa caratteristica, insieme all'immediatezza e alla brevita' l'elemento fondamentale per catturare l'attenzione.
-La domanda che ci si pone in questi giorni e' se sia effettivamente questo il futuro dei giornali anche perche' e' proprio adesso che si inizia a rimettere in discussione l'efficacia della gratuita'.
-Anche per quanto riguarda Internet quello che era sembrata un' idea eclatante, che vide nel 1995 Hotmail regalare caselle di posta elettronica e' ormai vissuta come un gesto estremamente comune e scontato.
-Successivamente si e' passati a regalare gli abbonamenti e lo spazio WEb come e' accaduto con l'iniziativa del sito GEOCITIES.
-Un' altra interessante iniziativa e' quella di NETFRATERNITY(www.netfraternity.net) , un sito inaugurato nel 1997 negli Stati Uniti che propone di rimborsare la spesa della connessione telefonica se l'utente e' disponibile a ricevere sul suo computer una serie di banner pubblicitari.

Banner

-Il BANNER pubblicitario classico misura 480X60 pixel ed e' un piccolo rettangolo in cui appare un breve messaggio che non deve superare il peso di circa 8 k. per essere caricato nel piu' breve tempo possibile.
Inizialmente esso veniva situato all' inizio e alla fine della pagina Web oggi la disposizione e' piu' movimentata.
-Gli INTERSTITIAL BANNER sono Banner che appaiono all'improvviso.Questi Banner vengono chiamati pop-up e il loro uso e' considerato scorretto poiche' essi si caricano da soli e fanno registrare al sito un doppio accesso.
-L'ultima generazione di Banner consiste nei KING-SIZE che sono piu' grandi, piu' intrusivi e vengono situati al posto delle immagini che solitamente accompagnano gli articoli.Sono sempre delimitati da un netto riquadro, ma nonostante questo creano
confusione poiche' la loro collocazione e' ancora insolita.
-THE TOWER e' un altro tipo di Banner che e' molto esteso in verticale e che quindi e' leggibile in tutta la pagina e accompagna il lettore durante l'estensione di tutto l'articolo.
-Per raggiungere l'attenzione dell'utente spesso si ricorre all'uso di frasi o immagini accattivanti anche nei Banner(derivazioni TRASH), ma nonostante questo la percentuale di CLICK THROUGH e' molto bassa : circa l'un percento.
-Il CPM e' il costo per migliaia di occhi raggiunti e aumenta in base alla targettizzazione del pubblico al quale il Banner e' rivolto.
Un Banner standard costa circa 20 $.
Sul NY Times (www.nytimes.com) il Banner generico costa 40 $ e se la targettizzazione aumenta il prezzo passa rapidamente a 54 $.
-L'esempio del NY Times e' importante perche' gia' nella home page si puo' notare l'uso estremamente "educato" della pubblicita'.
Il Banner in alto a sin. e' per l'autopromozione degli abbonamenti per la consegna a domicilio e anche piu' in basso nella pagina troviamo solo autopromozione o pubblicita' di siti partner.

-Il NUOVO (www.ilnuovo.it) e' il giornale elettronico di E-Biscom, esiste solo nella versione on-line e nella sezione Rotocalco presenta una serie di articoli che si basano su notizie di argomento prevalentemente sessuale che sono accompagnate da gallerie di immagini delle donne dello spettecolo piu' in voga.
Questa scelta del giornale influenza il controllo degli accessi poiche' ogni volta che si clicca su un' immagine viene registrato un nuovo accesso.
Dal punto di vista legislativo il giornale e' libero di proporre questi articoli e di utilizzare Banner a pop up l'unico effetto negativo potrebbe essere quello di una perdita della credibilita' da parte del visitatore .Infatti questa sezione e' in netto contrasto con il resto del giornale che e' gestito in modo serio e professionale.

(Riassunto a cura di Veronica Aliprandi)

Lezione #3 - 30.03.01 Alcuni casi emblematici nella storia della gratuità (versione da editare)

Esther Dyson - papessa di Internet

Esther Dyson, geniale donna d'affari, direttrice della Electronic Frontier Foundation (fondazione che si occupa della tutela dei diritti civili elettronici) nonché inventrice dell'azienda Adventure Holdings e della rivista cult multimediale Release 1.0 (una sorta di prestigiosa newsletter per gli amanti delle nuove tecnologie) ben presto aveva intuita la tendenza di Internet verso la gratuità. In un suo articolo su Release del '95 l'imprenditrice scrisse, scandalizzando il Gotha internettiano: "La numero uno tra le nuove regole è che 'il contenuto è gratis'. Anche se non proprio tutto il contenuto sarà gratuito, la nuova dinamica economica funzionerà come se lo fosse. Nel mondo della rete il contenuto servirà come pubblicità per altri servizi come l'assistenza, l'aggregazione e l'integrazione di moduli di contenuto o la formazione dei clienti…" Il suo intervento, così autorevole, così sconvolgente i tradizionali meccanismi del mercato, fece scalpore. Oggi comunque sappiamo che aveva ragione: gratis è diventata la parola magica per attirare il pubblico dei navigatori, un regalo come esca per catturare l'attenzione, creare un bisogno. Ma ciò che inizialmente è gratis dovrà poi venir integrato da servizi aggiuntivi come la formazione, l'assistenza o l'aggiornamento del software (ma questa volta a pagamento).

Netscape e la scalata di Wall Street

Dopo il successo di Mark Andressen e Jim Clark con Mosaic, il primo browser grafico (vedi lezione 1), il miracolo si ripete: siamo nel 1994 quando viene lanciato il nuovo modello Netscape, scaricabile gratuitamente dalla rete. In meno di un anno Netscape controlla più del 70% dei browser mondiali. L'azienda, nata con un fatturato insignificante, nel '95 sbarca in borsa realizzando una delle quotazioni più esplosive della storia della New Economy: il capitale investito si moltiplica per cento assicurando a Netscape una sorta di predominio che perdurerà sino all'arrivo del Microsoft Explorer di Bill Gates (e che oggi detiene l'86% del mercato dei browser).

Opera, una piccola rivincita scandinava

"Opera, il browser più veloce del mondo" - è la headline che promuove il software della piccola azienda scandinava, un browser grafico straordinario (pesa pochissimo e funziona benissimo), che lento ma sicuro si sta conquistando spazio sul mercato. Dopo una stimata carriera di vendita del programma, anche Opera opta per la gratuità, nella speranza di uscire dalla sua nicchia marginale accanto al colosso Microsoft. Collegandosi con il sito opera.com è possibile scaricarsi gratis il suo ultimo modello 5.0. Presto vedremo se l'azienda europea sarà in grado di ribaltare le percentuali attuali.
TuttoBritannica, l'enciclopedia è online

Britannica, la rinomata enciclopedia è scesa in rete, mettendo a disposizione uno degli archivi più imponenti del mondo. Dopo un periodo di pay for information anche la prestigiosa casa anglosassone si piega alla volontà del pubblico del mouse offrendo inizialmente abbonamenti scontati o mensili per poi passare alla gratuità completa (paga la pubblicità). Il risultato fu esplosivo: Per quattro giorni - siamo nel ottobre del '89 - il sito HYPERLINK "http://www.britannica.com" www.britannica.com va in tilt. Ingenti investimenti e un equipe di professionisti che adatta i contenuti enciclopedici alle esigenze del WEB, fanno di Britannica una delle stazioni in rete più frequentati. In un comunicato della settimana scorsa (marzo '01), Britannica annuncia che gli investimenti pubblicitari da soli non bastano a compensare i costi del servizio e che tra breve si tornerà ad una modalità di pagamento. Mossa pubblicitaria o inversione di marcia? Rimane il fatto che un ritorno al pagamento costituirebbe un probabile suicidio. L'alternativa più vicina resta il pay for more, una commistione tra informazioni gratis e archivio a pagamento.

Linux e l'open source movement

Il programma Linux, inventato dal finlandese Linus Thorwalds, nasce dal desiderio di contrastare il dominio di Windows/Microsoft, rovesciando la filosofia del mondo informatico, allacciandosi alla tradizione californiana dei Own Brew Computer Club (coloro che già nei primi anni '70 si fecero i loro programmi in casa). Il nome Linux è una commistione tra Linus (nome del suo inventore) e Unix (il linguaggio tecnologico nel quale si digitavano i comandi prima dell'arrivo dei software ad interfaccia grafica). Il prodotto open source (cioè, la parte più "intima" del software non è più segreta) venne messo gratis online, permettendo così a programmatori, sperimentatori o appassionati di perfezionarsi il programma "in casa", adattandolo alle proprie esigenze. Un Testing (attività necessaria per evitare che un determinato programma mandi in tilt le altre applicazioni) pubblico in cui l'utente finale diventa il Beta Tester (colui che sperimenta un programma sulle funzionalità). Oggi Linux costituisce una valida alternativa a Windows ad uso professionale o aziendale, guadagnando lentamente quote di mercato. Microsoft per conto suo, realizzando di non disporre di un browser per la rete (siamo nel '95), acquistò un programma già pronto all'uso e ne incollò il nome di Internet Explorer, iniziando la sua ascesa sino a dominare il mercato globale ed incorrere infine in una diatriba giudiziaria per duplice monopolio.

Il caso Tiscali, il Netscape italiano

Fondata nel 1999 Tiscali nasce come compagnia telefonica sull'onda del fine-monopolio Telecom, sfruttando il principio dell'interconnessione (dopo aver affittato una serie di numeri telefonici si fece pagare una percentuale sulle chiamate che portarono traffico telefonico a Telecom). Sposando la causa della free philosophy lanciò sul mercato italiano la connessione gratis a Internet, riscuotendo un successo straordinario e favorendo una crescita vertiginosa degli italiani in rete (secondo una stima dell'Università Bocconi siamo alla soglia dei 10 milioni). La quotazione in borsa di Tiscali un anno e mezzo fa portò alla replica del "miracolo" americano di Netscape: gli azioni volarono, dal 400 al 600% solo nel primo giorno, permettendo un consolidarsi dell'azienda e l'acquisizione di provider europei come l'olandese World on Line e il francese Liberty Surf. Inizialmente tacciato di visionarismo, Tiscali si conferma oggi il maggiore provider italiano e uno dei primi a livello europeo.

Giornali online - modelli alternativi

Usa Today

Fu l'aprile del '95 quando Usa Today - il primo quotidiano degli Stati Uniti in quanto a tiratura (due milioni di lettori in edicola) - inaugurò il suo doppio online. In cambio di una dozzina di dollari si poteva accedere al proprio giornale comodamente da casa o dall'ufficio. L'esperimento, che coinvolse 75 redattori e 225 collaboratori esterni, resistette per 120 giorni prima del "fallimento" e del contrordine "notizie gratis per tutti". Di esperienze analoghe la rete è piena, basti pensare al caso di HotWired (fu il primo sito ad ospitare banner pubblicitari, 1994) o Amazon (che in sei anni non è riuscito a mettere in pari il proprio bilancio).

Vince ancora la gratuità nella delicata e suscettibile New Economy di Internet, quella economia della fiducia e dell'aspettativa dove a volte basta una voce fuori dal coro dei generali ottimismi/pessimismi a far crollare/volare le azioni di un azienda e a determinarne il suo futuro.

(Riassunto a cura di Robert Egon)

Lezione #2 - 29.03.01 Primi cenni su gratuità ed economia del dono (versione da editare)

LA GRATUITA' IN INTERNET

SCHWARZ E LE LEGGI DELLA WEB ECONOMY
Evan I. Schwarz formulò, in un famoso articolo pubblicato da Wired intitolato "Web economy one a one", le cinque leggi della web economy. Di queste le due più importanti sono:
- Difficilmente un visitatore pagherà per un contenuto.
- Non è importante se il visitatore compra o no, è importante la natura della sua esperienza.
Tranne casi molto rari, è quasi impossibile costringere un utente a pagare l'accesso al contenuto di un qualsiasi sito, anche se quest'ultimo sarà di sicura affidabilità e di grande prestigio e la somma da pagare irrisoria (come avvenne per i primi grandi quotidiani americani in rete).
La vendita diretta di contenuti è quasi inesistente in internet, ma esistono altre forme più articolate di guadagno, come i proventi dalle pubblicità (i cosiddetti banner) e la vendita a terzi di preziose informazioni sugli utenti. Per questo è importante stabilire con l'utente una relazione duratura e fiduciaria che vada oltre la semplice vendita di un bene.

RIFKIN E L'ERA DELL'ACCESSO
Jeremy Rifkin, noto economista americano e fondatore della Fondazione Rifkin, ha ben analizzato nel suo ultimo libro un aspetto innovativo della web economy. Tutti i suoi scritti hanno per argomento temi di portata così universale (ad esempio "La fine del lavoro" o "L'era delle biotecnologie"), da essere ricondotti a quel particolare filone letterario chiamato "endisem" (finismo). Nel suo ultimo libro "L'era dell'accesso", Rifkin svuota di valore la propietà a favore dell'esperienza. L'autore rileva l'importanza dell'accesso ad un bene e dunque la possibilità di utilizzarlo, non di possederlo fisicamente o giuridicamente con conseguente aumento di oneri e responsabilità.
Fondamentale dunque il valore dell'esperienza (non importa che sia vissuta attraverso un sito internet o grazie ad un bene materiale) cui l'utente può accedere, a costi nettamente inferiori a quelli d'acquisto del bene usufruito.

I TRE ASPETTI DELLA WEB ECONOMY
Schematicamente la web economy ruota intorno a tre concetti fondamentali: l'economia del dono, dell'attenzione e della celebrità.
L'ECONOMIA DEL DONO
I concetti di dono e gratuità derivano da una dimensione precapitalista (baratto) che ebbe una grande rivalutazione negli anni '60 e '70, contemporaneamente alla nascita dei primi nodi di quella che sarebbe diventata internet. Sin dall'inizio la rete ha una vocazione naturale alla gratuità, accentuata dall'infrastruttura usata e dal tipo particolare d'utente. Su internet, infatti, una o mille copie di una stessa informazione hanno in sostanza costo zero, perché ogni dato o file è composto di bit e non da atomi. La digitalizzazione (concetto teorizzato in modo esemplare da Negroponte) azzera il costo della riproduzione favorendo lo scambio e la naturale ridondanza delle informazioni disponibili. Inoltre i primi utenti d'internet (o del suo embrione) erano accademici o ricercatori scientifici che possedevano una naturale vocazione alla condivisione favorita dalle continue collaborazioni. Esemplare il fatto che la posta elettronica, la più usata e importante applicazione d'internet (la vera "killer application"), non sia mai stata a pagamento, a differenza di altri (meno efficienti e veloci) mezzi di comunicazione come il telefono o la posta pubblica.

NICHOLAS NEGROPONTE
Fondatore e direttore del Media Lab di Boston, laureato in architettura, ha indirizzato i suoi studi soprattutto nella digitalizzazione e nella creazione di nuove interfacce tra elaboratore e uomo.
Nel suo libro più famoso, "Essere digitali", Negroponte analizza tutti gli aspetti più innovativi del passaggio da atomi a bit, indicando come commercialmente vincenti i cosiddetti "click and mortals" (clicca e cemento), in altre parole quelle attività che coniugano un'efficiente presenza in internet con un magazzino completo e veloce nelle consegne.
Compare nel libro anche la suddivisione tra media "push" (spingere), come tv e radio da cui riceviamo un flusso non influenzabile, e "pull" (tirare), come internet dove possiamo scegliere e "tirare" a noi le informazioni desiderate. I due concetti sono legati a quelli di "deskview" (visione dalla scrivania) e "couchview" (visione dal giaciglio) che descrivono i diversi modi di fruizione di media pull e push. Questo differente approccio fisico è la principale causa del fallimento di apparecchi universali (come la web tv) che integrano media differenti tra loro.

LA LEGGE DI MOORE
Formulate da Gordon Moore, cofondatore della Intel, il quale calcolò che la potenza dei microprocessori sarebbe raddoppiata, a prezzo invariato, ogni diciotto mesi. Successivamente il calcolo fu corretto a due anni.

(Riassunto a cura di Marco Termine)

Lezione #1 - 23.03.01 Storia di Internet (versione da editare)

COME NASCE INTERNET E PERCHE'
1957: l'Unione Sovietica mette in orbita lo Sputnik, il primo satellite artificiale intorno alla Terra. Gli Stati Uniti temono che questo sia un passo verso un possibile attacco nucleare e corrono ai ripari. Nasce l'ARPA (Advanced Research Project Agency), una struttura interna al dipartimento della Difesa, con il compito di riaffermare la supremazia militare. L'incubo americano è come salvaguardare il sistema di comunicazione. La Rand Corporation, centro di studi strategici, si fa avanti per mezzo di Paul Baran con un rapporto "On Distributed Communications Networks". 1962: è ipotizzata una rete senza autorità centrale, tutti i nodi hanno la stessa gerarchia e la capacità di smistare i messaggi.
1969: primi 4 nodi, di cui uno presso la University of California Los Angeles, Ucla. Nasce Arpanet. I calcolatori parlano una sorta d'esperanto informatico, un idioma che prende la sua forma nel 1982, con il Tcp/Ip di Vint Cerf e Bob Khan. Il Transmission Control Protocol spezzetta messaggi in pacchetti e li riassembla a destinazione. L'Internet Protocol ha la responsabilità dell'indirizzamento delle singole porzioni.
1991: nasce il World Wide Web, l'architettura ipertestuale/ipermediale della rete concepita al Cern di Ginevra dall'équipe guidata da Tim Berners-Lee che vi lavorava dal 1989.
1993: nasce Mosaic, il primo navigatore che permette di visualizzare le immagini, è in grado di leggere le pagine Html (HyperText Markup Language, è il linguaggio di programmazione ipertestuale/ipermediale con il quale sono scritti i documenti del web).
1994: prima connessione Italiana, molto complicata perché occorreva usare il sistema operativo Unix, non facile da gestire.

TIPI DI CONNESSIONI A BANDA LARGA
Adsl = Asymmetric Digital Subscriber Line è un sistema che si avvale del solito doppino di rame ma richiede il supporto di un modem particolare, necessita di un costo di attivazione/installazione e di un abbonamento mensile.
Isdn = Integrated Services Digital Network, è una rete molto più veloce del normale doppino di rame (da 64kb/s in su), che comincia a rendere possibile la fruizione di immagini, audio video on line. Necessita di un costo di installazione poiché occorre una linea digitale e un adattatore.
Net-System = l'azienda di Arturo Artom utilizza un sistema di connessione satellitare, necessita solo di un costo iniziale per l'installazione del modem apposito.

LA NEW ECONOMY ITALIANA, OGGI
Dopo il boom della seconda metà degli anni '90, dopo momenti di gloria e di grande profitto ecco la crisi: Internet è da intendersi come un Eldorado o un grande bluff? E' il caso di ripensare Internet?
Esempio dell'impresa Seat-Pagine Gialle. Fino a un anno fa era l'editore più potente in Italia, grande capitale, grandi potenzialità. Poi vuole diventare il numero uno del commercio elettronico. Il ragionamento iniziale non fa una piega: il più grande data base delle aziende, l'intera Italia schedata, grande tradizione alle spalle. Iniziativa elogiata, previsioni positive… arrivata al culmine delle proprie quotazioni, ecco che il titolo adesso perde in Borsa ben l'80%.
Altro caso rilevante è quello di E-biscom, la compagnia di Silvio Scaglia, ex numero uno di Omnitel e Francesco Micheli, potentissimo finanziere. Il loro obiettivo è di cablare l'italia con le fibre ottiche per dare via al video on demand, alle video conferenze e a tutti i possibili usi della banda larga.. Il progetto è iniziato a Milano, poi si è esteso nella provincia e poco a poco percorrerà tutto il Paese. Attualmente, E-biscom sta perdendo in borsa il 70%, eppure un anno fa tanti analisti, non solo in Italia, gli predicevano un futuro più che roseo.

(Riassunto a cura di Paola Silvestri)
posted by riccardo stagliano' on Saturday, April 28, 2001 | link

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